Sicilia in primavera

itinerario della sicilia in camper

Dopo tanti viaggi estivi in cui abbiamo girato la Sicilia in lungo e largo, decidiamo di portare il nostro camper McLouis sulla costa orientale. Tre giorni tra Catania e Portopalo in cui ci siamo presi tutto il tempo di visitare posti che non vedevamo da anni e che ogni volta rinnovano il fascino immenso della nostra Isola. Partiamo venerdì sera e raggiungiamo Modica che è praticamente già buio; è  maggio ma fa inaspettatamente freddo, il cielo è coperto e uno scirocco fortissimo non promette nulla di buono per i prossimi giorni. Parcheggiamo in Corso Umberto I, il parcheggio è gratuito, facile da raggiungere e a dieci minuti a piedi dal centro storico. Il sabato mattina ci viziamo con un cannolo al bar e partiamo per il Duomo di San Giorgio, isto che il vento si è abbassato prendiamo le bicilette dal gavone e partiamo.

Modica in bici

Modica in bici, va detto, è roba da temerari, la città si posa a cavallo tra due pendii e le stradine in salita non fanno sconti, però una volta arrivati in cima si gira con facilità. Il duomo è una meraviglia, un’opera monumentale di Barocco Siciliano. La scalinata ripida aumenta la percezione dell’imponenza della facciata sovrastata dal campanile e dopo un giro all’interno scendiamo la scalinata e arriviamo fino alla terrazza sottostante che domina il versante opposto illuminato da un timido sole mattutino.

Riprendiamo le bicilette, saliamo fino alla parte più alta e le parcheggiamo nella piazzetta davanti alla Chiesa di San Giovanni Evangelista. Da lì procediamo a piedi e ci perdiamo nei vicoli tra i palazzi e gli affacci improvvisi sui panorami: questo è senza dubbio il modo migliore per visitare la città ma se siete più pigri potete anche farvi scarrozzare dal trenino turistico che tocca tutti gli spot principali. Pranziamo al volo e prima di riprendere le bici ci fermiamo da “Fede”, vincitrice del premio Cake Star nel celebre programma su RealTime.

Riprendiamo il camper e saliamo sul versante occidentale fino al Belvedere San Benedetto, una piazzola lungo l’omonima via dal quale si può vedere la città vecchia come in una cartolina. Da qui Modica somiglia un po’ a Matera: file di case bianche spezzate dai palazzi storici e dalle tante chiese, sembra un cameo, un film antico; il sole la spazzola con una luce radente, timida ma calda. Un ultimo sguardo, una foto e siamo di nuovo in viaggio.

Portopalo di Capopassero, la punta più a Sud dell’Italia

Un’oretta scarsa e arriviamo a Portopalo di Capopassero, nella punta più a sud della Sicilia e d’Italia intera. E’ un paesino di mare che non offre nulla di eccezionale di per sé ma che si estende su un tratto di costa dalla conformazione strana, che disegna una cuspide proprio davanti all’isola di Capopassero e fa da divisorio tra due piccoli golfi con diversa esposizione ai venti. Il risultato è un comportamento strano delle correnti e del moto ondoso perché il mare può essere in burrasca da una parte e inaspettatamente calmo dall’altra e l’effetto è spettacolare.

Sostiamo il camper in fondo a Via Garrano, le strisce sarebbero disegnate per le auto ma la strada è larga a senso unico e non ci sono problemi, soprattutto fuori stagione. Scendiamo in uno scenario da oceano, con vento forte e mare in tempesta; il freddo e il cielo minaccioso sono scoraggianti ma è tutto troppo affascinante per rinunciare a una passeggiata. Lungo la Spiaggia dei due Mari alcuni pescatori sfruttano il cambio delle correnti per insidiare mormore e orate proprio davanti all’isola che dista poche centinaia di metri. Superata la punta del lido il mare si fa subito calmo…sembra uno scherzo ma è la magia di questo posto. Niente tramonto ovviamente, il sole scivola sotto il cielo nero e si fa sera in fretta.

viaggio a marzamemi

Marzamemi

Arriviamo a Marzamemi con gli ultimi scampoli di luce; di solito sostiamo da Scirè in Viale Sebastiano Fortuna, un prato immenso alle porte del paese, ma fuori stagione si trova posto anche alla Diga. Marzamemi è come te l’aspetti, come la vedi nelle foto, una piazza di pietra bianca cinta dalle vecchie casette dei pescatori oggi convertite a bar e ristoranti con i tavoli in legno e le sedie turchesi illuminate a fatica dai pergolati di lampadine.

tappe della sicilia

E’ sabato sera ma il maltempo che sta vessando la costa ha scoraggiato i più e la piazza è quasi deserta. C’è il tempo di fare giusto due passi prima di sedersi in un ristorantino tutto per noi…nel vero senso della parola perché siamo inaspettatamente gli unici clienti della serata. Ci coccolano con un crudo di gamberi rossi e uno spaghetto all’orata; ci alziamo che non sono ancora le 22. Facciamo una passeggiata sull’affaccio del porticciolo e poi di nuovo nella piazzetta in una solitudine surreale e romantica, prendiamo il solito passito da Liccamuciula e torniamo al camper.

L’Oasi Faunistica di Vendicari

L’Oasi Faunistica di Vendicari è una riserva che si estende per quasi 10km a nord di Marzamemi. Oltre alla straordinaria bellezza naturale, una vasta area di macchia mediterranea che si affaccia sul mare, è un luogo di gran pace, dove passeggiare in tranquillità per godersi il mare e la natura dimenticandosi del tempo. Ci sono più accessi ma quello principale è circa a metà della riserva, da Contrada Vendicari, una strada sterrata che dalla SP19 vi porta dritti al Parking Oasis Vendicari. Il biglietto per il camper costa 3,50euro, il percorso, ben segnato e delimitato, passa in mezzo tra la spiaggia e le saline, dove in base alla stagione si possono vedere le diverse specie migratorie che giungono agli acquitrini per nidificare o svernare.

Ci sono anche alcuni punti di avvistamento specifici per birdwatching frequentati da fotografi e appassionati. I ruderi della vecchia tonnara evocano scene epiche di pesca e di mare, frammenti di una vita antica di cui la Sicilia rimane orgogliosa e gelosa; manca il tetto ma la struttura è ben conservata.

torre sveva in sicilia

Torre Sveva

Davanti alla tonnara svetta la Torre Sveva, costruita su un basamento di roccia a vedetta del piccolo golfo e del mare antistante. Il Museo della Riserva è poco più in là in un edificio turchese; è piccolo ma piacevole, pieno di animali imbalsamati, soprattutto uccelli e pesci di ogni specie. Nell’ultima stanza un plastico racconta la storia e la tecnica della pesca del tonno nella tonnara. Il piano a questo punto sarebbe stato di spendere nella riserva almeno una mezza giornata, ma si alza nuovamente un vento gelido e il cielo promette pioggia quindi rientriamo e anticipiamo il programma del pomeriggio.

tappa a torre sveva

Noto, in camper

Noto non ha bisogno di presentazioni, è un paese di rara bellezza considerato la Perla del Barocco. Pochi sanno che la sua storia è relativamente recente; rasa quasi completamente al suolo da un terremoto alla fine del 1600. Fu ricostruita grazie soprattutto al genio dell’architetto Rosario Gagliardi che utilizzò quella pietra color giallo-pesca diventata poi il segno distintivo della città. Noto purtroppo non è così a misura di camper, le strade strette e gli spazi ridotti sono abbastanza limitanti. Uno dei pochi parcheggi utili è quello in via Tommaso Fanzello, i posti non sono molti e serve un po’ di fortuna ma è a poco più di un chilometro dal centro e soprattutto se si hanno le biciclette (come nel nostro caso) e davvero molto comodo. Mangiamo qualcosa poi prendiamo la solita granita al Caffè Sicilia e ci sediamo sulla scalinata del Palazzo Ducezio.

Salendo a sinistra per la stradina che porta al Seminario Vescovile si trova un’ampia terrazza dalla quale si può ammirare la Basilica del Santissimo Salvatore e soprattutto Corso Vittorio Emanuele dall’alto. Quante passeggiate e quante granite potrebbero raccontare queste mura… Noto è meravigliosa, è la parte per il tutto della Sicilia orientale; sà di storia, d’arte, di mare, bella di una bellezza talmente avvolgente che ti sembra d’esserci sempre stato anche quando la vedi per la prima volta.

Promontorio Plemmirio a Sud di Siracusa

Tra Noto e Siracusa c’è un’oretta scarsa e abbiamo il tempo per una deviazione sul promontorio del Plemmirio. E’ una striscia di terra protesa sul mare a sud di Siracusa, una specie di altopiano le cui coste sono quasi interamente rocciose. Nella parte a sudovest sono vere e proprie scogliere a picco sul mare, inaccessibili, taglienti ma bellissime, al punto che sia le coste che il mare circostante sono protette dall’omonima riserva.

Il Faro Capo Murro di Porco

Sul costone più esposto si erge il Faro Capo Murro di Porco, una struttura militare funzionante ormai praticamente abbandonata ma di grande fascino. Si raggiunge facilmente prendendo la SP58 dalla SS115, seguendo le indicazioni dalla rotatoria fino ad arrivare in loco. Si può parcheggiare proprio davanti alla strada che porta al faro, un passaggio di asfalto ecologico che si apre in mezzo a una folta vegetazione di cespugli bassi.

Il faro è là in fondo, dritto davanti a noi. La base è messa male, intonaco scrostato, porte divelte, si vede che negli anni purtroppo è diventata preda di atti vandalici di ogni tipo. Una rete metallica e una batteria di telecamere a circuito chiuso fanno quel che possono per scoraggiare i malintenzionati. Il faro invece è tenuto meglio, intatto in ogni parte che fa ancora il suo dovere. Superiamo la struttura e camminiamo verso la piattaforma di roccia sottostante. Il costone è praticamente piatto, si camminerebbe piuttosto bene se non fosse per il vento feroce che soffia dal mare senza tregua. Uno schianto ci sorprende, alziamo gli occhi e dalla scogliera gli schizzi dell’onda si alzano per metri sopra di noi mentre il vento li disperde. Ci avviciniamo (con un po’ d’incoscienza) per vedere il mare in burrasca che picchia e si ritira con una potenza incredibile.

Pochi metri più indietro c’è una specie di piccola spaccatura nella roccia, una fessura collegata a una cavita nella parte inferiore. All’interno l’acqua del mare insacca dal basso col moto ondoso e spinge l’aria dentro e fuori dalla fessura, con un rumore simile a quello di un respiro profondo, così riconoscibile che questo posto è conosciuto esattamente con questo nome: Il Respiro del Mare.

Ultima notte in camper a Siracusa

L’ultima notte del nostro breve viaggio la passiamo a Siracusa, più esattamente nell’Isola di Ortigia, la parte più vecchia e affascinante della città. Ortigia non si può girare in camper, buona parte dell’isola è addirittura interdetta al traffico perché le strade sono strettissime. Sostiamo nell’ampio parcheggio di Riva Nazario Sauro, che si trova vicino alla banchina del porto appena dopo il ponte Umbertino che collega Siracusa all’Isola. La sera è ventosa e fa freddo, ceniamo in dinette con l’idea di una passeggiata serale ma la stanchezza prende il sopravvento e andiamo a letto sperando in un ultimo risveglio col sole…e invece nulla, al mattino anche Ortigia si presenta vestita di pioggia e cielo nero. E allora ok, anche oggi ombrelli e via andare! Raggiungiamo con calma il centro camminando tra le vie strette dell’isola tra i palazzi storici e i molti negozi.

La Cattedrale della Natività

La Cattedrale della Natività si affaccia su una piazza dalla cromia unica, in cui le pietre della pavimentazione hanno lo stesso colore degli edifici circostanti, restituendo un effetto di continuità molto particolare. La cattedrale fa parte dei beni dell’UNESCO, all’esterno presenta i tratti tipici del barocco mentre all’interno richiama uno stile classico più austero e sommesso. Dal lato opposto della piazza una fila di palazzi settecenteschi di rara bellezza ci accompagnano verso la chiesa di Santa Lucia e via Picheralli. Dalla Piazza del Duomo al Castello Maniace ci sono meno di dieci minuti a piedi tra le viuzze del centro prima di arrivare all’ampio bastione antistante il ponte e la porta di accesso. Amara sorpresa: il castello è chiuso per un evento privato; proviamo a convincere una guardia ma c’è uno smontaggio in corso quindi nulla da fare.

viaggi in camper

Tempo di tornare, Sicilia bedda!

Rimaniamo qualche minuto sul bastione. All’affaccio sulla scogliera e sulle mura poi iniziamo il rientro percorrendo il Lungomare d’Ortigia, dalla quale si gode di una vista meravigliosa sul versante orientale dell’isola. C’è tempo giusto per un’ultima tappa prima di rientrare e decidiamo di pranzare con una frittura d’asporto ad AciTrezza e una passeggiata sul suo splendido lungomare che tanti ricordi ci riporta alla memoria. Le onde si schiantano sui faraglioni mentre il vento si placa e il sole ci fa compagnia per l’ultimo tramonto di questo breve viaggio.

Il Camperista
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